Grande successo e foltissima partecipazione per “𝗜𝗠𝗣𝗔𝗖𝗧 𝗡𝗢𝗪. Un altro capitalismo è possibile”, evento di celebrazione dei 10 anni di Human Foundation e del GSG tenutosi lunedì 4 marzo presso the Dome Campus dell’Università Luiss di Roma.
Nel corso dell’iniziativa, organizzata assieme a Social Impact Agenda per l’Italia, ben 50 discussant di alto profilo, nazionali e internazionali, si sono alternati davanti a un pubblico di oltre 500 partecipanti, per parlare di obiettivi sociali e ambientali da raggiungere attraverso la finanza e l’economia a impatto fra progetti, esperienze in atto, azioni congiunte pubblico/privato, misure possibili e strumenti da sperimentare.
Tra gli speaker Paolo Gentiloni, che ha rilanciato la sfida di un’economia verde su scala europea: “Il green deal deve mantenere la sua ambizione a lungo termine. Nella transizione energetica, dobbiamo tenere insieme il pilastro industriale e quello sociale, cercando di ridurre le dipendenze che abbiamo senza creare nuove dipendenze da altri Paesi”.
Presente anche Ronald Cohen, presidente di Global Steering Group for Impact Investment (GSG), cabina di regia mondiale della impact economy, di cui Social Impact Agenda per l’Italia è nodo italiano. “Bisogna coinvolgere i privati nel cambiamento ambientale e sociale. Ci battiamo per questo, con un movimento che coinvolge 70 Paesi nel mondo”, ha ricordato Cohen, con in sala 15 delegati internazionali della rete GSG, tra cui Brigitte Mohn, del Cda di Bertelsmann Stiftung e Jean Bernal Aranda, CEO di Caixa Bank gli omologhi di SIA dai NAB (National Advisory Board) belga, olandese, francese, portoghese, lussemburghese, norvegese.
Tra i panelist, i sindaci di Roma, Napoli e Novare e dalla rete SIA, il Segretario generale Filippo Montesi e il vicepresidente Stefano Granata.
A introdurre e concludere i lavori Giovanna Melandri, presidente di SIA e Human Foundation, che ha lanciato alcune proposte al Governo per sostenere la sfida della crescita del settore social green: “un altro capitalismo è possibile e passa da nuova finanza e nuova impresa. In 10 anni l’impact investing è passato da circa 50 miliardi a oltre 2,3 trilioni di dollari a livello globale, con la finanza ESG a 41 milioni. In Italia stimiamo la finanza impact in oltre 9 miliardi” ha commentato la nostra presidente.
7 proposte per un futuro a impatto
- CAPITAL GAIN A IMPATTO
Introdurre una tassazione agevolata per i capital gain dei fondi impact in grado di misurare e certificare l’impatto, diversamente dai prodotti di finanza “tradizionale”. - PAYMENT BY RESULT (PBR)
Costituire un fondo di garanzia pubblico per promuovere contratti Pay By Result (PBR) capaci di attrarre investimenti privati remunerati sulla base dei cambiamenti ambientali e sociali raggiunti. - LABEL DI FINANZA A IMPATTO
Riconoscere ufficialmente la “finanza ad impatto” attraverso un label europeo che la distingua e valorizzi rispetto alla finanza ESG. - LA SOSTENIBILITÀ NELLE SPA
Distinguere i comitati rischi e sostenibilità nella governance delle Società per Azioni al fine di orientare le decisioni verso la generazione di impatto positivo.
- PIANO MATTEI E PNRR AD IMPATTO
Impiegare le risorse del PNRR e del Piano Mattei per l’Africa attraverso investimenti e programmi che misurino l’impatto e che contribuiscano agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.
- CAPACITY BUILDING PER LA PA
Trasferire competenze e abilità ai manager della Pubblica Amministrazione per integrare la dimensione della valutazione d’impatto nei processi decisionali pubblici in linea con i migliori standard europei.
- PROMUOVERE PROCESSI DI GESTIONE CONDIVISA DEI DATI
Condividere i dati tra PA, enti del terzo settore e welfare aziendale per sviluppare soluzioni che rispondano ai bisogni di persone e territori, rafforzando la prevenzione e riducendo la spesa pubblica.L’impegno di SIA
“Abbiamo ascoltato quanto sia importante aumentare il volume di capitali disponibili per l’Impact Investing, mobilitando risorse pubbliche e private addizionali. A questo fine occorre creare un ecosistema favorevole all’attrazione di capitali nazionali e internazionali. Perché questi investimenti siano veramente trasformativi, evitando il rischio di “greenwashing” e di “impact washing” è necessario definire standard rigorosi per la valutazione dell’impatto sociale e ambientale degli investimenti e creare un sistema di reporting e assurance trasparente e accessibile a tutti gli stakeholder. Inoltre le aziende e le organizzazioni che beneficiano di questi investimenti devono essere trasparenti e rendicontabili. Continueremo a lavorare con gli investitori, affinché rafforzino il loro impegno di lungo periodo, supportando le aziende e le organizzazioni che generano più valore sociale e ambientale. Continueremo a lavorare con le aziende perché accedano a nuove fonti di finanziamento e adottino modelli di business sostenibili e a impatto, rafforzando competitività e resilienza di lungo periodo. Continueremo a lavorare con la pubblica amministrazione affinché faciliti lo sviluppo dell’Impact Investing, creando un quadro normativo e una politica industriale favorevole sia a supporto degli operatori privati che per un intervento pubblico attraverso le proprie leve, per esempio nel procurement o negli investimenti “, ha commentato Filippo Montesi, segretario generale di SIA.
Con questi propositi, SIA rinnova il suo impegno a farsi portavoce del movimento impact in Italia, per una impact revolution sempre più vicina, verde e giusta affinché accrescano consapevolezza circa il potenziale dell’Impact Investing e sviluppino adeguate competenze.