Pubblicato il nuovo “Europe Sustainable Development Report 2025”, ovvero il Rapporto sullo Sviluppo Sostenibile in Europa 2025, sviluppato dallo UN Sustainable Development Solutions Network (SDSN), Rete delle Soluzioni per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.
Il Report dipinge un quadro allarmante per l’Unione Europea. I dati, infatti, evidenziano una decelerazione nei progressi legati agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), con implicazioni significative per la nuova leadership dell’UE.
Secondo il Rapporto, che giunge quest’anno alla sua sesta edizione, nonostante 19 dei 20 paesi leader nell’indice SDG siano europei, il tasso di avanzamento degli SGD tra il 2020 e il 2023 è stato meno della metà rispetto al triennio precedente, passando da +1,9 punti a +0,8. Le criticità riguardano in particolare le questioni ambientali e la biodiversità, con un focus specifico sulla sostenibilità dei sistemi agricoli e alimentari.
I paesi nordici continuano a guidare l’indice SDG, con la Finlandia al primo posto per il quinto anno consecutivo, seguita da Danimarca, Svezia, Austria e Norvegia. Tuttavia, restano ancora sfide da affrontare per raggiungere appieno alcuni degli obiettivi globali. L’indice Leave No One Behind (LNOB) evidenzia forti disuguaglianze nei paesi dell’Europa centrale e orientale, nonché tra gli Stati candidati all’adesione all’UE, dove persistono problemi legati alla distribuzione del reddito e all’accesso ai servizi. Fra i 41 paesi UE oggetto di studio, l’Italia si attesta al diciannovesimo posto della classifica, registrando politiche insufficienti riguardo il Clima e nessun SDG raggiunto.
Tra le principali sfide evidenziate, il Report sottolinea l’urgenza di una transizione verso modelli agroalimentari più sostenibili. Una ricerca condotta in collaborazione con il Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) indica che modificare le abitudini alimentari della popolazione potrebbe giocare un ruolo chiave nel miglioramento della salute pubblica e nella tutela dell’ambiente. Secondo Peter Schmidt, presidente della Sezione NAT del CESE, è fondamentale adottare strategie più ambiziose per tutelare agricoltori e piccoli produttori, correggere le disuguaglianze nella filiera di approvvigionamento e garantire una transizione equa. Il coinvolgimento attivo della società civile, compresi i giovani, sarà determinante per assicurare che nessuno venga escluso.
L’UE deve anche affrontare le ricadute negative generate dal proprio modello di consumo e dalle catene di approvvigionamento globali. L’indice Spillover 2025 include 15 parametri che monitorano l’impatto ambientale e sociale legato agli scambi commerciali, ai flussi economici e finanziari e alla stabilità geopolitica. Secondo il rapporto, in molti Stati membri tali effetti indesiderati rappresentano tra il 20% e il 30% dell’impatto totale.
Guillaume Lafortune, Vicepresidente di SDSN e autore principale del rapporto, ha espresso preoccupazione per l’attuale scenario globale, caratterizzato da conflitti e tensioni geopolitiche che ostacolano gli sforzi per lo sviluppo sostenibile. Tuttavia, ha sottolineato che il potenziale per un cambiamento positivo esiste e che spetta ai leader europei guidare la transizione.
Il Report individua quindi quattro priorità fondamentali per la nuova leadership dell’UE:
– aumentare gli investimenti in energia pulita e innovazione digitale;
– rafforzare le misure di sostegno sociale per contrastare le disuguaglianze;
– promuovere diete più sostenibili per ridurre l’impatto ambientale;
– intensificare la cooperazione internazionale attraverso la diplomazia verde.
Un evento chiave in questo contesto sarà la Conferenza Internazionale sul Finanziamento dello Sviluppo (International Conference on Financing for Development) che si terrà a Siviglia nel giugno 2025. L’incontro rappresenterà un’opportunità cruciale per ridefinire le strategie di investimento e garantire che le risorse economiche siano indirizzate in modo efficace verso il raggiungimento degli OSS entro il 2030.
Il Rapporto invita inoltre le istituzioni europee – Commissione, Consiglio e Parlamento – a rilasciare una dichiarazione congiunta per riaffermare il loro impegno agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e a pubblicare una seconda Revisione Volontaria in vista del prossimo vertice ONU sugli SDGs del 2027. L’UE è chiamata a prendere una posizione forte, non solo a livello interno, ma anche a livello globale, dimostrando la volontà di guidare la transizione verso un futuro più equo e sostenibile.